Claudio Gazzola è un giovane Chef di 31 anni, dalla faccia simpatica.
E' un talento naturale che, preso dalla fregola di spignattare in libertà, ha dato un colpo di cesoia anzitempo al suo curricula di studi gastro.alberghieri.
Poco male, quando uno ha stoffa può anche fare a meno del diplomino che, per alcuni, è accessorio di sicumera appena mettono il naso apprendista tra li fuochi altrui.
Torniamo al baby Chef Claudio.
Nella tarda primavera del 2009 ha rilevato i muri della storica Osteria alla Chiesa, quella con il suffisso "Da Gerry", essendosi trasferito il brand cinquanta passi a nord in un locale più ampio e panoramico.
Ora, questo tempietto gastronomico recita "dagli artisti". In effetti il Gazzola vi si presenta con i suoi 32 denti dal sorriso accogliente e una specie di caciotta colorata in testa che ricorda la scapigliatura lombarda o un allegro Modigliani. Il suo collega dall' aspetto di mestolo più vissuto, pare appena tornato dalla sala fuochi di un brigantino che ha solcato, con compagnia gaudente, i mari del sud passando per la baia di Baffin.
All' entrata, tra i due tavoli in noce arredati da pagine sparse di quotidiani locali e qualche briscola, aleggiano figure autoctone che avrebbero dato ispirazione al miglior Zavattini.
Per sedersi nella piccola saletta a pianoterra si passa per la cucina. Chissà se, agli habituè, permettono già di buttare l' occhio sotto il coperchio. Dicevamo della Sala ... degli artisti. E' un' amarcord del vecchio Gerry, l' enclave più ambita dove si era cheek to cheek con la preda del giorno e, a fianco, le pignatte complici, ricche di bollori e profumi. Ora l' Asl ha imposto la vetrata igienica. In realtà viene vissuta come una sorta di barriera architettonica. Sembra di essere nell' anticamera della sala parto, in attesa di festeggiare l' arrivo di ogni nuovo piatto.
Il Menù è articolato. Ci suggeriscono che è pronto un bello stinco di cinghiale appena sparato, tuttavia l' occhio viene traviato da una frase: "Menù del Musso".
Vai, è fatta.
Per contrappasso il saluto della Cucina recita di Fagianella marinata alla senape su cappuccio viola.
La marinatura è fresca e piacevole, con un buon equilibrio tra le diverse componenti in gioco.
Il raglio d' esordio è con la Tartare di Musso alla senape. Fanno contorno dell' ottimo radicchio marinato e una azzeccata riduzione di Porto a fare calandra sul piatto. Se l' esordio è questo sul resto è lecito ben sperare. Ignoriamo volutamente il piattino capitato lì per caso, presentato come fettine di pan brioche. Sembrano gallette dimenticate l' anno scorso da un terzista della Breda. Chissà, forse è uno scherzo della concorrenza che ha intrufolato la mano in cucina.
Infatti si conferma ogni bene sul Carpaccio (sempre d'asino) con radicchio toujours marinè e cipolla di Tropea glasata. Una specie di doppietta alla Van Basten (brioche a parte).
Il ragazzo comincia a interessarci. Ci porta il bianco della casa (con etichetta propria) e brinda con l' avventore sconosciuto all' oste della buon' ora.
Continua l' abbinamento tra campo e stalla, nella fattispecie delle Fettine di musso con crema al radicchio. Ci sa fare questo Modigliani divertente, travestito da chef. Poteva essere stucchevole a' creatura. Sulla crema di radicchio si esercitano in tanti, la carne di musso, poi ...
In realtà lo stacco piacevole è tutto abbasso, nella riduzione arricchita dal brandy. Si gioca in tris, assieme al porro, nell' ammortizzare il potenziale amarognolo della rossa cicoria trevisana. Il Musso, con fare "affettato", tira di suo il piatto verso la degna sepoltura gastrica.
3 Piatti Tre. Tutti in rete al primo colpo. Bravò a Claudiò, Chef senza diploma. E pensare che usa l' umile asinello, mica Beccacce, raffinate Fassone o ruspanti Bisonti del Nebraska.
Nell'aria volteggiano arie di musiche country, alternate a smanettate piano.forti di Rachmaninov, come pure eteree atmosfere alla Blade Runner. E tutto in quel di Monfumo, con voi a dorso di mulo come Alpini nella tundra (vitata) dei colli asolani.
Il ragazzo ci porta i piatti, ci guarda, gli facciamo i complimenti (meritati). Torna in cucina come chi si è sentito dire bravo dalla maestra. Il vichingo (con bandana) che lo aiuta tra i fuochi ci guarda sulle ventitrè. Dopo un po' si fa coraggio e porta un piatto pure lui. Bravi in tandem.
Finalmente un piatto normale !
Ravioli "asinati" (cioè ripieni) cum cannella. I semi di papavero fanno decòr alla montanara.
La sfoglia è tirata bene. La farcia è onesta. In una squadra da Champions ci vogliono anche gli Oriali.
Si passa al rubro della finca (il Rosso - etichettato - dagli artisti).
Forse con il simpatico Claudio da Spineda (questa ve la spieghiamo dopo) si è creato un pericoloso equivoco sulla nostra cilindrata gastrica. Il doppio secundo arriva in ambo sul piatto, manco fossimo da Messeguè. Peccato. Peccato perché lo Spezzatino è buono e la Tagliata è meglio.
Recita all' anagrafe il primo "con polenta di Maranello" (è roba vicentina, niente a che fare con il cavallino, quello rampante). Bello lo stacco di base regalato da un Ginepro very cool.
La Tagliata è abbinata with rosmarino. Il duetto è elegante, nulla prevarica il resto. La frollatura, da vero beccaio, sa conciliare gusto e consistenza.
Nel breve outing intercorso tra un piatto e l'altro, Claudio, il frollatore di asini, ci aveva raccontato dei suoi esordi da aiuto-sotto-pasticciere. Lo attendiamo alla inevitabile prova del cuoco live.
Non male il semifreddo alla vaniglia con frutti di bosco. Da bis (versione jumbo) il Panettone "alla Chiesa". Avete presente la Pinza (modesto dolce casalingo a base di polenta in uso nelle befaniadi ghiottone ?). Bene. Qua viene ammorbidito con uso di pandoro. Il tutto va in abbinamento con un semifreddo al torrone muy guapo.
Risultato. Bis e basta. L' abbinamento prosegue casalingo con "Vigna del baffo", un prosecco "vielles vignes" tuned by Daniele Agostinetto.
Claudio Gazzola è bravo, come dicevamo, un autentico talento naturale, come se ne trovano ogni tanto.
Non abbiamo provato la linea gourmet normale, la "variante asina" ci è bastata.
Amanti del raglio reso commestibile, finora, lo avevamo trovato in rare trattorie di resistenza umana, assemblato come da tradizione: stracotto, spezzatino & so on. Piatti ruspanti per gente semplice (e sapiente).
Qua Claudio nostro ha dimostrato che non è il musso che fa la differenza. Anzi, da cenerontolo di stalla può divenire re per una cena, ed è perfettamente presentabili con le tecniche riservate a mammiferi più nobili.
Come mai questa ispirazione ? Di famiglia il Gazzola Claudio esce da un mulino. Spineda è una frazione di Riese Pio X (quello del Papa d' inizio ‘900). Gli Asini arrivati a fine corsa, passavano dal tirar la macina, silenziosi da mane a sera, a rallegrare le mense dei lavoranti che continuavano ad accudirli, così, nella loro panza. Era sempre una festa. Da lì il nostro ha cominciato a ragionarci sopra. Ecco allora che, di piatto in piatto, può cambiare la bestia. Sulla tagliata potete trovare un baby di 13 mesi, su altri piatti creature immolate a 3 anni così come a 13. Il segreto è nella frollatura della carni che, poiché è un segreto, non ve lo raccontiamo. I fornitori sono plurimi, sparsi a n.est.
La buona notizia è anche che, per gli amanti del genere, la Linea Musso è operativa tutto l'anno con il piccolo accorgimento che i piatti cambiano, soprattutto in relazione agli abbinamenti in quanto, di stagione in stagione, possono comprendere, oltre al radicchio, asparagi, funghi, financo marroni.
Siamo usciti, divertiti, sentendoci Pollicini per il buon ritorno, magari anche a breve.
OSTERIA ALLA CHIESA, DAGLI ARTISTI
Via Chiesa, 14 - 31010 MONFUMO (TV)
Tel. 0423 - 969584 - Cell. 331 - 8217072
Chiude il martedì e il mercoledì a pranzo.
La "Linea Musso" è proposta a 35€, all inclusive
Galleria fotografica
Categoria: Schede Ristoranti
Questo sito è un Minotauro Virtuale,
nato dall'incrociarsi
di racconti scritti e visivi,
in un luogo di confine tra
un Vittoriale Gastronomico
e il Paese dei Gastrobalocchi
© 2009 - 2024 powered by Sararlo
progetto grafico Helvetika · sviluppo Quamm Web Agency Padova