Dizionario Sararlo-Italiano

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MARCONI - Sasso Marconi (BO)

Powered by Sararlo 01 December 2007 ·

Echi di muggiti lontani ci avevano già segnalato questa enclave ghiottona sulle prime pendici della porrettana, là ove le arie petroniane vanno stemperandosi verso le vicine colline toscane.

Confessiamo che la recente attribuzione della stella cometa & gommata ha indubbiamente favorito il virare di quel rabdomante del gusto che guida le nostre papille.

Et voilà, Aurora Mazzucchelli, un’altra freccia di Cupido ghiottone che ci ha colpito al corazon.

La Carta recita de Il Mare, La Terra e l’Orto, ognuna con traccia di degustazione dedicata, ma se voi chiedete di fare melting pot vi viene concesso, vi chiedono solo il permesso di ridurre un pochettino le porzioni.

Capirai… 
 
Tante sono le tentazioni che ci ammaliano, non è facile la scelta “ad escludendum”, tuttavia tra lo foco de li fornelli il cuore generoso e la sagace psicologia altruistica de la maison implementano la nostra comanda.
Aurora, probabilmente,  non deve essere solo una Cuoca, ma anche una medium. Non si spiega, altrimenti, come, tra gli extra comanda, ci abbia inviato proprio quelli che desideravamo provare … al prossimo giro.

Il rispetto (e la ricerca) per la materia prima si possono desumere anche solo dalla metrica con la quale viene presentata ogni creatura.
Per dire: leggete “Il Calamaro” e poi, una riga sotto, con carattere tipografico diverso, vi è l’anagrafe del piatto.

La mano è felice ed estrosa sia che si tratti di piatti marini che terragni, anche nella variante dell’ orto.

Ad esempio, ottima la Tartare di Ricciola con uova di branzino, con queste ultime a regalare una piacevolissima sensazione quasi di “cous cous marino”, per la granulosità salmastra che sprigionano quando si sgranano al palato; ma lo stesso effetto di cruda piacevolezza la si ritrova con la Battuta di Oca di Tolosa e zabaglione.
Viene in mente quella pubblicità della Negroni: “Grazie Stella”, chissà, se non era per la rossa, forse avremo rimandato ad altra data questo pit stop marconiano.

Divertenti, sulla linea Nettuno, sia le proposte che vedono protagonista Il Calamaro (maritato alla piastra con erbe fini) così come Le Capesante, messe a fare squadra con patate e nocciole; tuttavia un altro must lo abbiamo trovato con Le Ostriche in zuppa di fagioli cannellini e cotechino di mora romagnola.
E’ un gioco d’orchestra tra grandi solisti. Funzionano tutti: il gioco delle temperature, delle consistenze: è un piatto che annuncia la sua eleganza già all’ olfatto, con il gusto, poi, che percepisce quasi una salinità marina nel salume.
Ottimo: se il buongiorno si vede dall’ Aurora, qua ci si divertirà a man bassa per gli anni a venire.
Dalla sala intravediamo per un attimo la nostra eroina, ci si saluta a distanza, con gesto complice.

Alessandro Mazzucchelli, in Sala, fa la sua parte e, datogli  pollice verde con la traccia dei nostri desiderata, denota passione e consuetudine con bocce originali, ricche di una propria storia autoctona e distintiva.

Si parte con una Vitovska (stavolta by Zidarich), si passa per un Sassocarlo del granducato di Toscana, si risale con uno straordinario Pinot Noir di tale Bruno Gottardi (semplicemente epatante) e si ammarerà poi, tra i dessert golosi, con quella splendida creatura che di nome fa Torcolato e si firma … Firmino Miotti, il Principe di Breganze.

Ma torniamo ai piatti di questa giovanotta che si è formata tra gli insegnamenti della mamma e i segreti del mestiere del babbo, cuochi entrambi, per poi affinare il Palmares chez l’ Arnolfo e lo Zur Rose.
Dama tosta l’ Aurora, già individuata, tempo fa, unica donna, da quel marpione talent scout di Luigi Cremona, quando indicò i suoi magnifici 11, categoria Under 30, su e giù per Enotria.

Divertenti le Lumache Barbaini (chi lo sapeva che l’elicicoltura avesse i suoi cru anche in Trinacria, a Modica per la precisione), qui sfuggite al cioccolatiere  per finire rivestite in sfoglia, quasi un fare il verso, nella terra dei ciccioli, allo Gnocco Fritto.
Anche il Risotto alla Zucca, che con la mostarda di mele campanine ricorda terre mantovane, ha l’inserimento etnico di Capperi siciliani; un modo come un altro per citare che la Famiglia Mazzucchelli, con un perfetto quartile di blasoni  provenienti dai quattro punti cardinali della penisola, sa pescare con precisa memoria storica in un bigoncio ricco di tradizioni e materie prime.

Arriva sul palco il Bacalao in trinity: in broda con le di lui pelli e trippe, in schiuma, mantecato, il tutto rinvigorito da gnocchetti  furbi e leggermente gratinati.

E vai con l’ Ovo di Gallina Romagnola, cotto a bassa temperatura, aria di parmesan e trifola.
La Gallina ruspante ha una spiegazione, così come l’Oca di Tolosa o il Pollo del New Hampshire, che non viene acquistato su Google, ma viene allevato a Zonca, pochi chilometri di latitudine Ovest, in quell’autentica Arca di Noè che è l’azienda agricola di Monica Maggio, una che gira il mondo per raccogliere le razze autocotone di pelo o di penna che più l’attizzano.

E se abbiamo iniziato di Ricciola, di Ricciola chiudiamo, qui in double face: cotta fuori e cruda dentro, avvolta in un vello di Pistacchi di Bronte, straordinaria la sinergia manducante con la consistenza dei Jap Mushroom posti a lato.

Chissà, forse gli siamo diventati simpatici. Ci aspettavamo i Dessert e, invece, ci arriva un Ossobuco fassone con la di lui Midolla, così., tanto per chiudere con Allappo gaudente Carta regolamentare.

Sui Dessert, del Torcolato abbiam già detto. Completiamo,  giusto per dovere di cronaca, con un’ ode alle Mandorle (in budino) rese straordinariamente sinergiche in abbinata ad una salsa di Cachi (pensa un po’, “allevati” in una vicina acetaia) con gelato alla vaniglia e pepe di sechuan.

Applausi pavarottiani anche per il Semifreddo al Miele, with helado al pistacchio, macaron di mandorle e, così, giusto per farlo strano, con dei germogli di finocchio. Una corale straordinaria e complessa degna del “Maestro” Muti.

Da rimanere … muti, appunto.

Nel fuori onda di fine pasto, la consueta e amabile conversazione con questa giovane donna, piacevole come lo è la sua cucina.
L’occhio un po’ estatico e il sorriso contagioso ci ricordano il miglior Moreno Cedroni, anche se Aurora ha più capelli, tendenti al ramato, peraltro.

La Famiglia Mazzucchelli ha saputo intelligentemente traghettare una  Trattoria cresciuta sui binari della Cucina Tradizionale che, con il passaggio generazionale, è approdata con successo ad una forma di moderna creatività ben temperata, laddove vi è attenzione per la materia prima, per il terroir senza confini di radici familiari assai composite.

Se la partenza è questa, credo che ci sarà da divertirsi assai.


MARCONI
Via Porrettana, 291
Sasso Marconi (BO)
Tel. 051 – 846216
enoteca.marconi@virgilio.it
Chiude la domenica sera e tutto il lunedì.
Ferie: variabili in agosto
Degustazione: a partire da 50/60€

Categoria: Sararlo Graffiti

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