Questa è una scheda un po' fuori dai soliti clichè. Di Mestriner e Dal Vero abbiamo scritto molto, la storia è nota. Se qualcuno si è perso qualche puntata può fare una ricerca nell' archivio del sito oppure può saltare direttamente alla galleria fotografica , con quasi un centinaio di foto per altrettanti piatti che, in questo lustro (cinque anni), hanno dato lustro (cioè piacere) ai nostri palati e alla giusta fama di Ivano Mestriner. Già, Ivano. Queste righe sono dedicate a lui, personalmente, e a quella generazione di nuovi talenti che, vuoi per la congiuntura economica, vuoi perchè non sono figli d'arte o non hanno le spalle sufficientemente robuste per altri "volgari", ma indispensabili aspetti, sono messi a dura prova nel resistere, con il loro talento, nella dura trincea del lavoro quotidiano, di qualità.
Non è facile dare l’ attacco al pezzo.
E’ dovuta, ma non è scontato che sia colta come tale, la separazione tra l’ analisi oggettiva e l’ amarcord orgasmolettico di una Cucina che ci ha epatato come poche.
Ivano, e non c’ entra l’ autunno che verrà, anzi, è già iniziato, sta passando una stagione non facile, che la sua (pur breve) storia iniziale e tantomeno il suo talento meritano.
Ivano è in difficoltà.
Il pacioso figlio del Piave che viaggiava di generosa quintalata ora sta molto meglio, così abbronzato e detarato di una quarantina che, comunque, non ha, perchè viaggia di poco sopra gli enta, che fanno 35. Non vorremmo che, proseguendo così, anta e bilancia trovino un equilibrio vegano.
Insomma, così non va. Non ci piace annoi ed è ingiusto per lui (e anche per quell’ ombra tanto decisiva quanto discreta che l’è stata Gabriella, neomamma bigemellare, per un lustro suo indispensabile sparring partner professionale, con scampoli precedenti).
A farla breve.
Da qualche mese gole profonde, pur con pudore adamantino, ci messaggiano che Ivano “pare cambiato”.
Non tanto sui piatti (dopo tutto quello che ha seminato in così poco tempo uno una pausa se la può pur dare), ma perché non si sente più aleggiare dal vero, anzi, dal vetro alla Cucina, quel sacro fuoco ideativo, quasi eretico nella sua lucida follia di autodidatta, che ci ha regalato piatti indimenticabili: da un “Brodo che ti guarda” (in aura di Frattaglialonga) ad un “Altorilievo di capesante” (geniale rivisitazione edibile di un rinascimentale Della Robbia), passando per “banalissime” Beccacce in salsa peverada, o “sciacquetti” Spaghetti Las Vegas, “Riso di Seppie”, Tramezzini (o “Simmenthal”) di mare e quant’ altro a completare un dizionario gastronomico dal vero che va dalle entrè ai post Dessert, frattagliando un po’ qua e un po’ la, magari passando pure per esofagi e diaframmi fino a naufragare nel dolce mare di una Catalana à la foie gràs.
Insomma, Ivano non è più luì, o almeno tale non appare.
E’ sempre gratificante, per il fortunato e casuale talent scout, esibire il suo gioiello, magari narrandone su pagine virtuali, antesignane sempre più puntuali di analoghe cronache periodiche che siano, indifferentemente, settimanali, mensili o guidarolamente annuarie. Ivano lo abbiamo scoperto, lanciato, valorizzato come meritava anche perchè, “quella certa scossa” ce l’aveva regalata uguale, alla prima seduta e tra i piatti, solamente un certo Massimiliano da Sarmeola, nel lontano ’93.
E’ smart correre in soccorso del vincitore, nella tipica tradizione italiota, quando uno, in poco tempo, si becca un JRE, one Michelin star e inviti a “robette da parrocchietta” quali possono essere Identità Golose, San.Pa & San Sebastian.
Sarebbe facile e ingrato segnalare, magari con il nasino all’ insù e l’indice puntato da ayatollah raspellici, la prima sgrippata di armonia calorica quando il ragazzo, dopo un lustro, guarda alle stelle (quelle vere, magari frutto di notti insonni) interrogandosi sul suo futuro.
Perché scriviamo di tutto questo ? .Perché a Ivano vogliamo bene e lo stimiamo per quel talento innato che la natura gli ha regalato. Non si viene neologizzati di Catapulta Jones dei fornelli o Golden Boy di pignatta per caso, solo perchè il grafomane (virtuale) di turno gioca di parole e fantasia illustrando dei suoi piatti, o sculture edibili che dir si voglia, come al concorso per il miglior compitino del quartiere.
Ivano è un talento vero. Un autodidatta che può dare la birra a tanti ordinari di cattedra calorica.
Uno che, detto dalla sua co.equiper professionale, quando vede un piatto di un collega, gli fa l’analisi telemetrica e se lo reinvesta la mattina dopo. Ne sappiamo qualcosa noi.
Invitato una sera a mangiare di beccaccia spiedata (a 32 anni, Cuoco stellato, non l’aveva ancora mai spennata di ganascia), dopo due giorni ha prodotto, al piatto, la Beccaccia in salsa peverada,
Geniale. Gliela abbiamo presentata, in photo, ad un certo Garcia Santos, a Identità Golose del 2007. Al primo retuerno in Italy è venuto a Badoere apposta per conoscerla e, pur non trovandola, imbattutosi sul “Riso di Seppie” ha invitato il nostro sull’ unghia a San Mejor de la Gastronomia.
Perchè scriviamo accossì ?
Perché ci duole vedere Ivano spento (anche se i chili in meno lo renderanno probabilmente più agile in altre faccende affaccendato), tuttavia ci rammarica sapere che, uno che può inventarsi, lì per lì, due piatti stardust a settimana, ripete da un po’ lo stesso clichè (millantaltri lo fanno, ma per altri motivi).
Spiace vedere la discrasia tra le commende varie di eccellenza gourmet (Stelle, Ospitate golose et al.) e una smilza agenda prenotè che meriterebbe ben altro, pur considerando una periferia ritenuta da sempre storica enclave, anche se marginale, della più pregiata nobiltà veneziana, quale è la Plaza de Badoere.
La contingenza economica mette a dura prova un po’ tutte le partite Iva; la ristorazione di qualità si è espansa ben oltre la capacità di assorbimento di una fascia di mercato che, comunque, è minoritaria. C’è poi chi si sa offrire di marketing e chiambrettismo di sala vestito e chi, invece, sta tra i suoi fuochi, salvo poi arrossire timido fuori, in sala, più che tra i farenheit arrostitori di una fassona o di una quagliotta.
Insomma, Ivano è a rischio di espatrio, Sirene di marketing lontani lo stanno ammaliando verso mete esotiche e ammandorlate, comunque extra moenia a quei panorami fatti di frattaglie e quinti quarti che ne hanno così identificato il talento con il territorio. Che ne sarà di Ivanottero nostro ?
Chissà. Ad uno che ha accettato l’ idea di rischiare in casa una Frattaglialonga pur avendo aperto da poco, andrebbe requisito il passaporto per il bene patrio o, perlomeno, ci si augura che qualche padrone del vapore mediti a resettarsi in partner di foco di pignatta per garantire all’uno le soddisfazioni che merita e l’ altro ricerca.
Così è, anche se non vi pare, e del doman non v’è (per ora) certezza.
RISTORANTE DAL VERO
Piazza Indipendenza, 24
Badoere – TV
Tel. 0422 – 739614
Chiude il lunedì e martedì a mezzogiorno
Ferie. La prima quindicina di gennaio e due settimane ad agosto.
Degustazione a 80€
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Categoria: Schede Ristoranti
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