A voler essere banali si potrebbe dire che è il posto ideale per le guide fuori casello, manco 5' dall' uscita Terme Euganee, sulla direttrice PD-BO.
Sarebbe ancor più pedante ricordare che qua si va di solo pesce, "basta la parola", come diceva quel bel tomo di Tino Scotti nel promuovere le pasticche digestive della Falqui.
Da Aqua Nobile si sta bene e la digestione viaggia a mille, pur dopo ‘na smazzata plurima di lische e squame da far impallidire le nozze di Cana.
Il lay out denota probabili passati pizzaroli. La nuova gestione è on line gastrica da una trimestrale o poco più, tuttavia la mano di Paolo Giraldo è già sicura, da veterano, resa lieve dalla giovanile freschezza di chi ha solo voglia di percorrere una lunga strada di soddisfazioni che, già dall' esordio, dimostra di meritare tutte.
La Carta è bipartisan.
Vi sono le preparazioni tradizionali, rassicuranti per i più che ad un ristorante acqueo richiedono i tradizionali crudi, magari un risottino di mare per finire poi con preparazioni alla plancia, gran fritti e così sia.
Deinde c'è il resto, quello che puoi trovare solo qui, ovvero invenzioni che denotano intuizione e saper fare (a sbracare di ingredienti e fantasia son bravi tutti).
La gastrocorrida inizia al piccolo trotto con Uovo di quaglia cotto a basso Farenheit cum crema di patate e bottarga di muggine. Un saluto della casa dal tratto gentile in cui, nel cercare il classico pelo nell' uovo, la crema di patate l'è un poco troppo generosa. Ma sono peanuts, cioè quisquilie.
Si cambia passo e si viaggia già in quarta piena con il Carpaccio di mare avec pesto di pinoli, erba cipollina et pane tostato. Vi è un "effetto pizza" sul rosè dello spada, anzi il tromb l' oeil è da pizza reverse, considerata la grenouille panata sparsa qua e là.
Il coequiper di sala di sbraccia lesto e discreto. Un po' la mise in generale e l' uso seriale dei guanti bianchi ce lo fanno immaginare un incrocio tra il mago di Oz e un fuoriuscito dalle tavole di Topolinia.
A vedere le Capesante in camicia ci vengono in mente le sacre bocce di Pamela Anderson, chissà perché, considerato che, oltre ad essere esuberanti, sono pure trine. Abbinate con crema di patate al limone e pistacchi. In questo questo caso il wonderbra è un wonderlard che le avvolge, protettivo, dopo essere stato affinato in casa. Al fundus si sente più lo stacco del limone che dei pistacchi, ma fa parte del gioco. Non entra in gioco, ma lo diventa, in quanto richiesto, il cucchiaio atto a sorbire tale ingordo potage.
Classica scultura (o pittura?) edibile la Scaloppa Foie with gambero siciliano e riduzione di clementine. Trinacria plena. Baaria uber alles. Piatto stellare (nel senso gommato del termine). Trovate grani di sale galeotti; la bellezza di una azzeccatissima riduzione agruma, ma niente Bellucci. Ad alleviarvi lo spleen ci pensa il Moscato passito di Franco Zanovello, the king of wine makers dei Colli veneziani, also conosciuti dal vulgo come Colli Euganei.
La Carta dei vini è contenuta ma conosce i congiuntivi, ovvero poche etichette ma buone, naturalmente concentrate in loco con qualche buona escursione nordestina. Colpisce l' attenzione odina, con una selezione birrofila che non si trova tutti i giorni. Ma questa la capiamo dopo.
Da meridiano di Greenwich la Zuppa di canocchie nostrane. E' straordinaria, oltre al gusto pregnante, anche per la consistenza, tanto da trattenere l' oleum antigravitazionale (come racconta foto: giri il piatto e i ghirigori oleosi atti a indicare teoriche 1.20 p.m. restano intonsi). Chissà se il decor segue pedissequamente l' orario del servizio al tavolo. Sarebbe anche questo, a pieno titolo, piatto stellare e gommato. Peccato che le puccette di pane a legna forzano gli equilibri (comunque ottimi) entrando nell' armonia generale con il freno a mano. Annoi, palati de' borgata, ci sembravano più consone tre - quattro analoghe incursioni ma con pan brioche, leggermente gratinè. Opinioni, ovviamente.
Pierpaolo Pecorari continua a cullarci le papille con il suo Pinot Gris, alleviandoci lo spleen da Bellucci mancata.
Anche perché gli Spaghetti neri alla carbonara di seppia vanno ben oltre le migliori aspettative.
Altro piatto gommato. Se ne arriva un altro, poscia, possiamo partire con i battistrada nuovi, pronti, sempiterni, a tornare.
L' impiatto è stregante (si gioca di giallonero, come nella Lamborghini Gallardo). Il turbo è ovunque, targato seppia. Quindi scontato negli spaghetti, ma a ricciola (da parmesan) nel decorare il tutto. Tiene bordone il giallo carbonaro by Serprino wine (‘na carneade enoica dei colli, qua resa regina). Come additivo il pepper esotico di Gianni Frasi. Si può scegliere tra il Kuching e il Né bianco né nero. Noi, essendo de core rossonero, per non sbagliare abbiano optato per el primero. Goal.
La Seppia in umido cotta sottovuoto, con il mais di Maranello, tanto per stare nel pianeta calcio, è un onesta creatura alla Oriali. Decorosa, anzi perfetta, ma siamo nella linea della proposta rassicurante, mentre a noi piace osare, di palato e non solo, tanto che la Catalana di Scampi, Mazzancolle e Gamberi ci riporta in orbita tra gli anelli di Nettuno, pardon era Saturno.
Quando la materia prima fa la differenza, ma questa la fa anche la gran stoffa dell' addetto alla sala fuochi. In un angolo un bicchierino con ketchup di peperoni; a latere fiori edibili e qualche fava. Alla fine è inevitabile. Esaurita la fava, carpace in resta si puccia peperonando, succhiandone il meglio che natura può offrire. Così è, nella miglior vita, e quindi anche a tavola.
Magari achì la gomma (stellata) può anche non starci, ma il piatto è ghiotto assai.
Resta la voglia ... la voglia di Crema, ovviamente. Qua in versione mascarpona con il miele dall' effetto rinfrescante. Completano il quadretto termico il gelato alla vaniglia e la hot chocolat.
Stavamo anche per levare le tende quando, dalla cucina, arriva il cadeau dell' ancora una volta prima di lasciarci, ovvero il Breakfast. E' una composizione, ossia una short story in versione edibile. Infatti, ogni mattina, a casa, prima di rinchiudervi l' uscio alle spalle, vi sedete comodi e rilassati a tavola e piluccate negligentemente una creme brulè al caffè con biscotto; poi vi fate la vostra bella crema gianduia all' extravergine e, infine, sorseggiate tranquillamente un cappuccino shot, vale a dire una schiuma adagiata sul cioccolato. Niente da dire; è come nelle sit com da Mulino Bianco. Discreto, ma la Voglia ... di crema rimane, por toda la vida.
Paolo Giraldo è bravo. Quando ce lo siamo visti parare innanzi, per i salamelecchi finali, ci pareva nostro nipote, un po' più cresciuto. Eppure, dietro quegli occhi cerulei e quel fare timido c'è un talento, ancora da sbocciare ma già evidente. Paolo è, praticamente, un autodidatta. Brevi stage da Simone Bressan ("Pizzeria" ai Tigli, San Bonifacio) e Davide Filippetto (Storie d' Amore). La materia prima è ottima, ci mancherebbe (su tutte le Capesante). Le preparazioni sono originali, tanto che, pur restando entro il seminato (non ci sono trovate molecolari o acchiappagonzi), si riesce ancora a farsi condurre, divertiti, per i sentieri di una creatività personale (leggi il Carpaccio, la Zuppa, gli Spaghetti). E' vero, il genio, in fondo, è semplicità.
E anche qui, a Due
Carrare, ve ne è ennesima e piacevole conferma (inedita).
AQUA NOBILE
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Categoria: Schede Ristoranti
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