In quel ramo del Lago di … anzi, in quel mostruoso dedalo di strade, incroci e ingorghi che si dipana per il Veneto centrale, può capitare di stemperare lo stress della vita moderna anche senza Ernesto Calindri e il suo Cynar, approfittando di una pausa Zen che si chiama Zenzero.
Grumolo delle Abbadesse è amena località, incubatrice terrena di un pregiato Riso sulla trafficata statale che, da Vicenza, conduce in quel di Padova, passando per Sarmeola di Rubano.
Per i Fast & Furious, il casello di Grisignano di Zocco è a qualche lega o poco più.
La Famiglia De Lorenzi conduce da anni una avviata attività di ristorazione che, ultimamente, si è riposizionata sui binari di una Moderna Cucina con strizzata d’occhio a scenari orientaleggianti.
Dall’esterno si percepisce un vissuto di locale fuoricasello per Tir & Co. L’ interno è curato, senza essere pretenzioso.
Il corridoio che, dall’entrata, porta alla Sala principale, una trentina di coperti, fiancheggia dei box con uso di stoviglie che si presume riservati a tabagisti di varia fatta.
La Carta suggerisce percorsi di Terra, di Mare oppure con l’inevitabile sfumatura Jap oriented.
Confessiamo che ci siamo baloccati un po’ ovunque, come da tradizione.
Dopo il saluto di una Mazzancolla su Crema di Patate, abbiamo incrociato le posate in maniera particolarmente piacevole con una Battuta di Gamberi dolci di Sicilia al Cardamono, con Crema di Riso profumato e Passata di Riso Nero.
Muy Guapo, come dicono dalle parti di San Sebastian.
Bene la presentazione, anche da un punto di vista cromatico, divertente il contrasto tra la cremosità di base e il Cardamono ‘n coppa.
A seguire uno dei motivi che ci aveva spinto alla visita, i Bigoli Ojo e Sardea, tradotto dal latinorum: Pasta cum Olio et Sardine (attenzione, è fuori carta, bisogna chiederlo apposta).
Facendola breve, è una rivisitazione di un piatto tipico della Quaresima. I Bigoli sono posti al centro, a latere due Involtini di Sarde with Olive e una Ciotolina con un Ragu’ di Sarda tagliata al coltello, maritata ad olio & cebolla.
La liturgia consiglia di mantecare il tutto al piatto, lasciando per ultimi gli involtini.
Gioco ben riuscito, considerata la struttura del Bigolo verace e del suo condimenta.
Gli Involtini si possono considerare anche accessorio decorativo.
A dire il vero ci attizzava nu poco anche il Raviolo di Pasta fresca al Cacao con Ragù di Agnello e spinacine novelle.
Cicciotta la ragutaglia ovina, anche se il raviolo aveva più i connotati di una Lasagna stesa a mo’ di lenzuolo per cui, dalle parti di Erbusco, il copyright rimane inviolato ancora una volta da ogni possibile tentativo di imitazione, come la Settimana Enigmistica.
Tra un tempo e l’altro ci viene proposto un Foie della casa marinato con il Recioto “di Pantelleria”, ma forse il ragazzotto, a vederci armati di megapixel, si è trovato sparigliati gli incroci neuronali. Gambellara c’est plus facile, anche perché si trova a pochi chilometri in linea di vigna.
Pur a fronte di una costante presenza di pinne e carpaci abbiamo deviato verso l’aia campestre con un’ Anatra in versione Budda bar, leggasi con il di lei Petto laccato al Mandarino con Mostarda di Zucca Mantovana.
Un Petto con le Zucche, insomma, degno della miglior Aida Yespica, grazie ad un divertente alternarsi tra le componenti grassa, acida & honey.
Nel procedere della serata ci siamo fatti accompagnare da complice Jakot, detto in altritempi Tocai, di quel ribaldo di Stanko Radikon, il vignaiolo che non stanca mai; colori ambrati, intrigante al naso e non solo. Nel volgere al desio del rito triturante chiediamo di poterci at-Torcolare con quella beneamata creatura frutto delle opere e dei giorni di Firmino Miotti.
Ci viene risposto che il Torcolato è ad usum stranieri, qui si preferisce bere “foresto”, e quindi viene porto, con compiaciuta complicità, un Royal Tokay from Hungary, stesso passaporto di Eva Henger.
Insomma, niente di personale con la Gabibba, ovviamente, ma noi al Torcolato ce siamo affezionati…
Dopo un bye bye di Pinoli e Cioccolato, l’ Alberto Manzi di Sala ci racconta dei rapporti tra il suo locale e le stalle del circondario.
Il Latte viene prelevato nottetempo e prontamente pastorizzato in casa; poscia servito in vari assemblaggi, tra cui un “…Latte, latte e … Latte”.
Insomma, una via Trilattea in cui, all’inzio, si viaggia di Cocco.lat (with Ananas & Rhum).
Poscia, una Vaccinata con Nocciole e, deinde, un very notevole Latte di Mandorle con regolare tegoletta sulle ventitrè. Chapeau, e non solo per la consecutio temporum.
Ci eravamo incuriositi anche a come si poteva addobbare il Riso autoctono nel reparto Dessert.
La Spuma di Riso con Cremoso di Cioccolato allo Zenzero voleva forse essere una celebrazione del gemellaggio tra il Locale Zen e il Territorio ma, a noi, non ci ha particolarmente epatato, c’est la vie.
Allo Zenzero c’eravamo già assieduti tre anni fa, all’inizio della sua nuova vita. C’erano ancora un po’ di convergenze da equilibrare tra loro, sia in Sala che in Cucina.
Ora la Sala è maturata e in Cucina , da qualche settimana, sbatte la frusta e doma l’ abbattitore Angelo Renna, buona mano e fantasia ben temperata, almeno da quanto abbiamo avuto modo di provare. Nel suo carnet un training presso cotale Pasqual Morgan di cui si narrano meraviglie in quel di Malo, ai Cinque Sensi, un nome, un programma.
Ma questa è un’altra storia.
At The Zenzero, ex Stazione di Cavalli, anzi, di Bisonti della Strada, si sosta con piacere e si può anche ritornare con curiosità.
Le proposte sono ben calibrate in questa scelta di conciliare il Nord Est (territorio) con l’ Est tout court.
Servizio cortese, gentile, anche se ancora un po’ ruspante, anzi, con tocchi di lieve ingenuità.
Dell’angolo fumoir, per chi fosse interessato, abbiamo detto.
ZENZERO
Via Nazionale, 94
Grumolo della Abbadesse (VI)
Tel. 0444 – 389010
Chiuso il sabato a pranzo e domenica
Ci si diverte attorno ai 60€
Categoria: Sararlo Graffiti
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