Era più meno la fine di luglio del 1976.
Esami di Maturità classica.
Correva un tempo della merla economica, un po’ come è adesso.
Noi ragazzotti che, finito il Liceo, ci si preparava ad una scelta abbastanza definitiva per i nostri futuri assetti professionali, eravamo un po’ preoccupati.
Tirava aria di disoccupazione, di incertezza del futuro. In tutta questa serena e ottimistica incoscienza giovanile venne finalmente il giorno del tanto temuto esame.
Finii verso le 11.45, giusto il tempo di inforcare il motorino, salutare i genitori e andare a festeggiare con gli amici presso il Bar/vetrina della Piazza.
C’era un insolita animazione, un po’ eccessiva rapportata al numero di maturandi festanti (o di nullafacenti strutturali) che, periodicamente, si riunivano ivi per dilapidare la propria meridiana esistenziale.
In realtà era appena iniziato il casting per un film d’ eccezione: “La Pretora”, star del B.Movie una trentenne Edwige al massimo del suo splendore. Si dovevano girare, proprio lì, al bar della piazza, e nelle vie d’ intorno, alcuni esterni. Naturalmente venni scritturato subito, assieme ad alcuni compagni di filibusta. Le scene erano veramente impegnative. Dovevamo starcene spaparazzati ai tavolini del bar sorbettando un caffè che, dopo il ventesimo ri.ciak della scena, era diventato una melassa impotabile. Colpa dello scellerato attore di turno, un carneade che, evidentemente, si imbalbava più di noi davanti alla silhouette pretoriale della signora Fenech. Attraversammo millanta volte la stessa strada, ci demmo la mano per un incontro tra amici centomila volte. Insomma, per 3 scene della durata, a farla grande, di poche manciate di secondi sulla pellicola definitiva, impiegammo 3 giorni di sudati marionettismi a ripetizione sullo sfondo della camera da presa.
Edwige era bellissima e irraggiungibile, soprattutto irraggiungibile, per il cordone sanitario che, attorno a lei, teneva pure noi, comparse non protagoniste, a non meno di 20 metri di distanza. La vedemmo, ovviamente molto più da vicino, nel cinema.scope della sala cittadina, quando arrivò la famosa pellicola. Nessuno di noi fu sicuro di riconoscersi con precisione tra i fondali delle scene che avevamo ripetuto sino alla paranoia. Incassammo, comunque, la bellezza di 50.000 lire, non male, all’ epoca. Mesi fa, alla complice giornalaia mattutina, vedendo che usciva una nuova collana di film degli anni ’70 monografata su Edwige Fenech, confessai il mio piccolo cameo giovanile. Le chiesi se, dai titoli della collana, si poteva desumere l’ uscita in DVD de “La Pretora”. Niente, nada de nada. Chissà se, con la rimasterizzazione digitale sarei risaltato un po’ di più nelle scene madri… che mi videro oscuro protagonista … trenta chili fa.
Categoria: Hall of fame
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