Ove non potè il libro là ci riuscì la poltrona.
Detto per quei ventiquattro contatti al giorno che insistono a cercare news caloriche sull' oramai miserello Powered etc.etc. Il fatto l' è che il Sararlo è stato traviato altrove, in culturali vicende affaccendato quale Assessore della sua quasi millenaria città.
Il tempo è divenuto tiranno più di prima, dovendosi spartire le enclave ghiottone oltre che nella dicotomia classica tra trapano e privato, anche con il caleidoscopico mondo dello scoppiettante culturale (e culturame) che si vive nella provincia profonda.
Tempo per magnà, a dire il vero, qualcosa avanza negli avanzi di lancette che si rincorrono sempre più in fretta. Mancano i quarti d'ora, invero, per ragionarci sopra e, oltre che scriverne, averci la testa dedicata, distratta assai dall' inventar di nuovo tra concerti, teatranti e convegni a gogò.
Tant'è, forse il mutar di pelle era scritto, come vaticinato dall' episodio casuale che vivemmo in quel di Bassano del Grappa, one year ago, e che vide protagonista, nella singolar tenzone tra i bianchi turioni del nord.est, un fantomatico Sindaco di Cimadolmo, inventato lì per lì.
Se avete lo stomaco (o qualche curiosità residua) ve la andiamo a raccontare.
La dinamica Letizia Bonamigo (autentico geyser umano di entusiasmo organizzativo), leggendaria fiduciaria S.F. di zona, volle porre a confronto i quattro pilastri dell' asparigistica veneta (Bassano - ça va san dire, Badoere, Padova, Cimadolmo) oltre che la crucca guest star di Terlano (accompagnata dalla sua Miss, in carne e ossa e guapa assai).
Obiettivo della serata, svoltasi alla piacevole tavola di Alex Lorenzon, Chef del Ca'7, una degustazione alla cieca dei cinque prodotti, presentati in versione cruda e cotta, sì da confrontarne le rispettive virtù. A dire il vero noi ci siamo confrontati anche con le piacevoli virtù conviviali della reginetta asparaga e tirolese, ber sorvegliata, a lato, dal vigile padre nonché Sindaco della ridente borgata alpina.
E qui comincia la cabala di poltrona.
C'erano i sindaci delle città tutte, tranne la piccola Cimadolmo.
I fotografi volevano la loro parte per la prensa quotidiana su cui la notizia per l' indomani era che, accanto allo straconosciuto ‘sparago de Basàn, era giunto alle luci della ribalta, con pari merito, il carneade Cimadolmo.
La squadra è al gran completo per le foto di rito ma, come detto, è orfana di babbo solo la cenerentola Cimadolmo.
Che fai che non fai ? Ci vuole una controfigura. Più che altro per stazza congruente chi ti viene scelto dalla Letizia in combutta con lo Chef ? Ma il Sararlo, naturalmente, pur trevigiano genere natu, anche se non a Cimadolmo. La foto di gruppo, con la Villa al tramonto in sottofondo, ci sta anche bene. Grande appeal con la Miss Terlana anche se poi, in quella confidenza che sorge dal gomito a gomito conviviale, tra un ovo e ‘na tagliatella, le raccontiamo che no, non siamo il sindaco di quella metropoli in riva al Piave, ma un normale Sararlo, Solista del Trapano, per di più.
Sembrava finita lì, ma galeotto fu il brindisi finale.
Ci voleva il discorso di chiusura. Parola alle due medaglie d'oro a pari merito. La sindaca Bassana cede, "per dovere di ospitalità", la parola al Cimadolmo abusivo (ma che ospitalità, faceva pure lei parte del complotto, oramai evidentemente trino e beffardo).
E vai allora, Sindaco per una notte, per di più in anonima trasferta a declamare di riffa e di raffa.
"Fa piacere vedere come queste due città di province diverse ... l'una in riva al Brenta, l'altra a bagnarsi delle acque del Piave ...", oramai l' incipit, emancipato dalla faccia tosta assai, era un incedere pavarottiano, con l' eloquio impostato da studiate pause, a destra e a manca, per stimolare un uditorio di un centinaio di bocche o poco più che non solo se ne stavano insolitamente zitte, ma pure erano coordinate di pupilla a seguire questo sindaco di mezza età loquace e appassionato dell' asparagotto suo. Se la scena fosse stata in bianco e nero, pareva il miglior Guareschi con il suo Peppone in grande spolvero; mancava solo Don Camillo (assieme al Sindaco, quello vero). "... e l' anno prossimo mi farò partecipe, presso la Giunta e la popolazione di Cimadolmo tutta, per avervi ospiti, e proseguire il gemellaggio tra le nostre due città, reginetta di Terlano compresa, a magnificare le doti di quel meraviglioso membro, frutto della terra, che ci accomuna qui, tra i piaceri della tavola... "
Applausi, brindisi, ricchi premi e cotillons. Il Sindaco di Terlano si avvicina, compiaciuto che la sua giovine e bionda puella, già reginetta, avesse condiviso il desco con sì autorevole personaggio. Anche la sindaca del bassanese si appressa, bruna e bella donna temprata dalle battaglie di Palazzo. "Dottore, complimenti, bel discorso, ha saputo interpretare benissimo la parte di colui che mancava ... sappia però che, a Cimadolmo, il Sindaco è una donna, mia amica". Occhiolino complice d' intesa. Guardiamo dietro il tavolo, non c'è il tapiro, è andata bene.
Dissolvenza. Passa un anno. Il Sindaco per una sera è diventato Assessore, pur se in altra città, che stavolta però è la sua.
Per chi vuol passare in edicola, invece, troverà un articolo sul "vero" Asparago di Cimadolmo, descritto in loco (una specie di risarcimento postumo ?) e alla tavola del Gellius di un altro Alessandro, lo stellato Breda. Foto di Stefano Scatà. Si racconta di tutto, di più. Tuttavia l' episodio del sindaco abusivo è narrato qui, sottovoce e in esclusiva, per gli incrollabili fedelissimi di Powered by Sararlo. Prosit.
Categoria: Sararlo in Edicola
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