Era un locale carino, a dimensione familiare, dove si mangiava bene, senza pretese.
Il Cuoco lavorava spesso da solo.
La crisi del 2008 sembra lo abbia spazzato via, assieme a molti altri.
Un ricordo doveroso a futura memoria, con simpatia.
Questo è un locale carino di cui volevamo parlare da un po’ di tempo.
Ecco allora che, senza scomodare l’imprevisto “Effetto Compari”, ve lo raccontiamo dopo la terza visita.
Ci troviamo nell’estremo nord.est della Provincia di Padova, praticamente un’enclave all’ interno di terra di Marca, a pochi passi dalle risorgive del Sile (ecco il perché del nome, frutto, comunque, di omaggio del paròn alla moglie trevisana).
Per chi girovagasse sornione nei w.end, là vicino c’ è Cà Marcello, un bel sito di Villa Veneta del ‘400 del millennio scorso, con suggestivo parco storico, visitabile anche per i foresti (www.camarcello.it).
La Rosa del Sile è una piccola casa colonica sopravvissuta all’urbanizzazione della popolosa Torreselle, posta proprio sotto il campanile del borgo.
La conduzione è assolutamente familiare: Padre, in Cucina, Madre in Sala, figliola adolescente a dar ‘na mano quando e dove capita.
Il locale si propone come Cucina di Pesce, tuttavia, realisticamente, trovandosi al di fuori delle principali vie di comunicazione sia per i Tom Tom stradali che per quelli di Gola, presenta poche cose, semplici eppure, almeno a nostro avviso, fatte bene.
Insomma, se voi vi considerate augusti palati vissuti potete anche ignorarlo, ma, sicuramente, ci mandereste il vostro giovanotto alle prima armi, sia con le morose che con il contorno che le riguarda per le strategie ben note dalla notte dei tempi.
Dicevamo di plurime visite e piatti semplici.
La Piovra si incontra spesso e volentieri.
Ci è capitata sia in versione Carpaccia che in versione Cicciola, questa poi la spieghiamo.
Il Carpaccio la prevede sopra un insalatina con coroncina di patate novelle e pomodorini.
Buona, anche se, forse, quando è capitata annoi, servita un po’ troppo fredda.
La Cicciolata (loro la chiamano Piovra alla Mediterranea) la prevede Bollita, pressata e poi tagliata a dischettoni, proprio come i ciccioli, appunto. Il tutto copre (a cofana) un rassemblement di Finocchi affettati.
L’idea è buona, probabilmente anche originale, tuttavia, sotto questa coppola di tentacoli pressati, i Finocchi “sudano” alquanto i loro umori. Siamo convinti, comunque, che i piccoli ritocchi possibili possano ottimizzare senza sforzo una intuizione divertente.
Altro piatto estivo d’entrè, tanto semplice quanto coccolo, lo abbiamo trovato nella Macedonia di Ortaggi e Gamberi.
Lo si può, tranquillamente, clonare a casa.
Piselli, microdadolata multicolor di Zucchine & Carote, Gamberi rossi. Il tutto decorato con una salsa molto leggera di panna. Ci è piaciuto. Chissà, la prossima volta ci butteremmo sopra anche due fili incrociati di Oleum.
Dall’ inverno riportiamo, invece, un buon ricordo di una Crema di Cannellini con Radicchio rosso e del Baccalà “conso” (cioè alla veneziana).
Buono anche il Saor, che deriva da assemblaggi di stagione. Sarde e Gamberoni siciliani li trovate sempre, ma vi può capitare anche la Sogliola, pur se quest’ ultima non “riesce” come gli altri due. Diciamo che, essendo comunque un piatto generalmente ordinato da palati coraggiosi, con due-tre giorni di marinatura in più, farebbe ancor meglio figura.
Past…eggiando di grano duro abbiamo trovato intonata, qui, sulle rive del fiume nordico, la Pasta con le Sarde, così come gli Spaghetti della casa, alias, ovviamente, “alla Rosa del Sile”. In sostanza, a incorniciare le vongole, oltre agli spaghi, viene messa una generosa e multicolore julienne di carote, zucchine, yellow pepper con un alone di profumo di Timo che armonizza il tutto.
Appagante.
Buono il Fritto, presentato come “della Laguna e dell’ Orto”. Originali, almeno per noi, Zucca e Cebolla messe a far paggetto da un lato, un po’ Zelig, invero, la presenza del Salmone. Ci sfugge il motivo di tale “contaminazione”.
Abbiamo voluto anche provare il Branzino al forno, con Patate, Pomodorini e Olive Taggiasche.
Spinato con perizia da M.me Sile fa la sua figura anche al palato. Certo, non verrà dal mar dei Sargassi … ma nella vita bisogna anche sapersi accontentare.
Ai Dessert non fatevi scappare la Fregolotta.
Preparazione Cenerentola dei dintorni, la trovate sempre in versione cellophanata da asporto.
Qua è fresca di giornata e da bis (almeno per noi).
Buona la Cantina, estremamente contenuta, ma con etichette “giuste”. Si va da un Pierpaolo Pecorari, ad un Russiz a una buona rappresentazione di Primosic, uno dei nostri preferiti. Per i “bollisti” nobili lo Champagne a disposizione è il Paul Roger, per i “bollisti” del popolo, come noi, il Prosecco appartiene a quelli versione sur Lie, pur se non ancora nobilitato da etichetta regolamentare.
In Estate vi è anche un cortiletto interno dove desinare al chiaro di Luna.
La Rosa del Sile, come dicevamo, è un locale alla Oriali.
A noi è piaciuta questa sua linea minimalista, ma onesta nella sua proposta che non promette Aragoste & Champagne, con Sushi come optional, ma sa inventarsi cose carine, genuine (alcune perfettibili, ma basta poco) e quindi in grado di far passare una serata divertente a chi cerca il Pesce senza il rischio di essere inghiottito dalla Balena dei Pinocchio in un qualsiasi ristorante di pesce del paese dei balocchi.
LA ROSA DEL SILE
Via Piave 51/B – Torreselle di Piombino Dese
Tel. & Fax. 049 – 5746538
Chiude il Lunedì.
I piatti, normalmente, oscillano tra gli 8 e i 12€
Calcolate un totale tra i 30 e i 40€.
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