"VINI VERI, EMOZIONI MENO" è una nota preparata, nel 2007, per Civiltà del Gusto.
“100 Euro di Taxi !!!”
Si potrebbe liquidare così, con le poche parole di uno stupito trader californiano, un giudizio superficiale su Vini Veri, svoltasi in quel di Vlla Boschi, ameno relais nei suburbia di Isola della Scala, alcuni chilometri a Sud di Verona.
Da fuori, da semplici appassionati, non si riesce a cogliere il motivo per cui, quest’anno, si sia vissuta un’ ulteriore diaspora di questa manifestazione che, iniziata alcuni anni fa come efficace contraltare al Vinitaly ufficiale, adesso si è ulteriormente frammentata in tre manifestazioni separate per tempo e spazio.
Quindi, in teoria, il nostro importatore della Napa Valley, nel suo budget planning, dovrebbe inserire almeno 600 euro per poter seguire compiutamente tutto il bel mondo dell’autoctono e biologicamente corretto.
A parte qualche rimpianto per la Villa Mattarana dello scorso anno (locali più ampi, si respirava meglio tra una sorsata e l’altra) si possono fare poche osservazioni.
Molti produttori erano volti noti, tra gli esordienti abbiamo incontrato alcune realtà piacevoli.
Tuttavia, oggettivamente, vuoi perché vittima del suo successo, vuoi perché la logistica ha le sue esigenze, non è stato molto divertente aggirarsi per i tavoli di Villa Boschi.
Produttori troppo compressi tra loro, un pubblico certo entusiasta e curioso ma, spesso, pareva di essere nel metrò a Milano, naturalmente all’ora di punta.
Se a questo aggiungiamo che non era stato neanche previsto il marsupietto salva calice, ci si aggirava pericolosamente, negli slalom imposti, con il rischio di irrorare di Refosco il decolletè di qualce signora (invero mossa forse originale, ma poco elegante per qualsiasi strategia d’acchiappo) o di vedersi schizzare di Sauvignon la nuca, manco fosse Eau Sauvage.
A parte questo.
Strategiche le due stazioni di rifornimento tra un Calice e l’altro. Sia sulla Formaggeria, ad opera dell’ Osteria dei Frati, che nel pork district, grazie alla Macelleria Masoni.
Tralasciamo la panoramica sulle etichette conosciute, anche se tra il Castello di Lispida e i Vodopivec abbiamo adocchiato qualche divertente novità
Ci piace invece sottolineare due realtà ancora poco note, l’una esordiente lo scorso anno, l’altra invece fresca fresca di debutto.
Ci riferiamo a Campi di Forterenza, delle belle e gemelle sorelle Padovani, di cui ci è piaciuto sia il Rosso di Montalcino 2005 che un ottimo Rosato, dai sentori floreali e un acidità molto equilibrata.
Aquila del Torre è un’azienda giovane, ma già con le idee chiare.
Particolarmente piacevole la rotondità del suo Picolit, e molto interessante un inusuale Refosco del Peduncolo Rosso
dalle note speziate ma armoniche, forse per questo battezzato SolSiRe.
Certo, arrivederci al prossimo anno, sperando in una location migliore, più a dimensione di appassionati e non di trappisti della degustazione o della promozione del proprio lavoro, magari con un marsupietto che faciliti, per chi vuole degustare questo o quello, il poter prendere appunti senza contorsionismi del polso o l’esercitarsi piacevole di qualche baciamano non frettoloso.
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Categoria: Sararliche
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